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Messale mai abrogato?

15 Luglio 2015 , Scritto da DimorareinDio

Nel motu proprio Summorum Pontificum Papa Benedetto XVI ha scritto: "è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato" (promulgatam et numquam abrogatam). Vorrei approfondire il discorso circa l'abrogazione del Messale, di cui si parla nel motu proprio appena citato, senza mettere in discussione la mia fedeltà al magistero pontificio. Infatti, questo post è frutto di un approfondimento personale e vuole fare un po' di chiarezza su questa questione. Da parte mia accoglierò volentieri eventuali critiche, annotazioni e approfondimenti dei lettori.
Comiciamo subito col dire che è sbagliato parlare di abrogazione di un Messale; infatti, il Messale è un testo tenuto in vigore da una legge emanata dal Papa, il quale ha adottato quel Messale come libro liturgico della Chiesa. Si può abrogare una legge non un libro. Quindi, non si può abrogare un Messale, ma la legge o le leggi che lo tengono in vigore e che lo rendono il Messale obbligatorio per la Chiesa. Nel caso specifico, la Bolla Quo Primum di san Pio V, che sancisce l’obbligatorietà del Messale Romano del 1570, è stata abrogata dalla costituzione apostolica Missale Romanum di Paolo VI ("Quanto abbiamo stabilito e ordinato vogliamo che rimanga valido e efficace, ora e in futuro, nonostante quanto vi possa essere di contrario nelle Costituzioni e negli Ordinamenti Apostolici nei nostri predecessori e in altre disposizioni, anche degne di particolare menzione e deroga"), che ha fatto diventare il Messale Romano del 1970 il rito vigente nella Chiesa. La stessa cosa aveva fatto san Pio V, quando rese illeciti i Messali locali del suo tempo (tranne qualche caso), rendendo obbligatorio il Messale Romano del 1570 per tutta la Chiesa. Dice Paolo VI nel Discorso durante il Concistoro del 24 maggio 1976: “Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II. Non diversamente il nostro santo Predecessore Pio V aveva reso obbligatorio il Messale riformato sotto la sua autorità, in seguito al Concilio Tridentino”.
Ora consideriamo altri testi, che sono importanti per questo discorso. Nel Codice di diritto canonico (CIC) del 1917, in vigore anche nel periodo in cui è stata fatta la riforma liturgica, nel paragrafo De legibus ecclesiasticis, al can. 22 leggiamo: "Lex posterior, a competenti auctoritate lata, obrogat priori, si id expresse edicat, aut sit illi directe contraria, aut totam de integro ordinet legis prioris materiam; sed firmo praeseripto can. 6, n. 1, lex generalis nullatenus derogat locorum specialium et personarum singularium statutis, nisi aliud in ipsa expresse caveatur". La stessa cosa viene detta nel CIC del 1983, attualmente in vigore, al can. 20: "Lex posterior abrogat priorem aut eidem derogat, si id expresse edicat aut ili sit directe contraria, aut totam de integro ordinet legis prioris materiam; sed lex universalis minime derogat iuri particulari aut speciali, nisi aliud in iure expresse caveatur" ("La legge posteriore abroga la precedente o deroga alla medesima, se lo indica espressamente, o è direttamente contraria a quella, oppure riordina integralmente tutta quanta la materia della legge precedente; la legge universale però non deroga affatto al diritto particolare o speciale, a meno che non sia disposto espressamente altro dal diritto)" (grassetto mio).
Ad un attento lettore non sarà sfuggito che il due canoni sono quasi uguali, con la sola differenza che il verbo obrogare è sostituito dal verbo abrogare. Quindi, per il Magistero i due verbi hanno il medesimo significato e vengono usati in riferimento alle leggi non ad altre cose come i libri liturgici. Infatti, l'abrogazione di una legge si attua mettendo una nuova legge al posto della precedente. Ciò è stato fatto da Papa Paolo VI, come ho scritto poc'anzi. Quando è stato promulgato il Messale Romano del 1970, la Sacra Congregazione dei Riti emanò questo decreto giuridico: "Haec Sacra Rituum Congregatio de speciali mandato eiusdem Summi Pontificis praedictum Ordinem Missae promulgat, statuens (…). Una vero cum Ordine Missae, evulgatur etiam Institutio generalis Missalis Romani quae deinceps locum tenebit tractatuum: Rubricae generales, Ritus servandus in celebratione et in concelebratione Missae, et De defectibus in celebratione Missae occurrentibus, qui initio Missalis Romani nunc extant" (Enchiridion documentorum instaurationis liturgicae (1963-1973), Vol. 1, n. 1373, Marietti, Torino, 1976). Dunque, con la promulgazione del Messale Romano del 1970 sono state sostituite tutte le rubriche e le indicazioni rituali e abrogati i decreti che contengono le Rubriche generali, il Rito da usare nella celebrazione della Messa (Ritus servandus), e gli Errori nella celebrazione della Messa. Lo stesso Paolo VI, nella costituzione Missale Romanum, elencò le parti modificate: "Verumtamen in hac Missalis Romani instaurations, non solum tres, de quibus adhuc diximus, partes, hoc est Precatio Eucharistica, Ordo Missae et Ordο Lectionum, mutatae sunt, sed ceterae etiam, in quibus idem constat, recognitae et valde variatae sunt, id est: Temporale, Sanctorale, Commune Sanctorum, Missae Rituales et Missae votivae, quae vocant" ("In questo rinnovamento del Messale Romano oltre ai tre cambiamenti, di cui si è parlato sopra, e cioè la Preghiera Eucaristica, il Rito della Messa e il Lezionario della Messa, anche altre parti sono state rivedute e considerevolmente modificate: il Temporale, il Santorale, il Comune dei Santi, le Messe Rituali e le Messe votive"). Quindi, il Messale Romano del 1970 è stato promulgarìto perchè si sostituisse a quello del 1962 nel rispetto di modi di abrogazione previsti da CIC di allora; infatti, si abrogano i decreti e le norme liturgiche che ne permettevano l'uso e a questi si sostituiscono nuovi decreti e nuove norme. Anche le nuove rubriche prendono il posto delle precedenti. Con ciò il Messale Romano del 1970 sostitusce il precedente, in quanto vengono abrogate le norme che lo avevano reso obbligatorio. Ora le nuove norme rendono obbigatorio il Messale Romano del 1970. 
Sempre nel suo motu proprio Papa Benedetto XVI afferma: "Il Messale Romano promulgato da Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex orandi” (“legge della preghiera”) della Chiesa cattolica di rito latino". Quindi, per il Papa il Messale Romano del 1970 è stato promulgato secondo le norme, se costituisce la "lex orandi" della Chiesa;quindi, se questo è stato promulgato validamente, allora è corretta anche l'abrogazione delle norme che riguardano il Messale precedente. Infine, possiamo notare che Paolo VI parla sempre e solo di un unico Messale Romano, mai di un altro Messale. Egli nella Missale Romanum parla di "riforma generale del Messale Romano", di "revisione del Messale Romano", di "nuova composizione del Messale Romano", di "questo rinnovamento del Messale Romano", quindi dice che il Messale Romano del 1970 è il frutto della riforma del Messale Romano del 1962. Non parla mai di un Messale promulgato accanto ad un altro. Tutto questo discorso è confermato anche dal fatto che Giovanni Paolo II concesse l'uso del Messale Romano del 1962 per mezzo di un indulto, ossia di un provvedimento che reca una dispensa del diritto comune. Ciò significa che il Messale Romano del 1962 non era più in vigore. Detto questo non comprendo cosa voglia dire Benedetto XVI quando definisce il Messale Romano del 1962 come "mai abrogato". Posso solo ipotizzare che egli usi questa espressione, utilizzata anche dai tradizionalisti nell'immediato post-concilio, come una scappatoia per superare formalmente le posizioni scismatiche di alcuni gruppi. A mio parere, non c'era bisogno di ricorrere a questa espressione, perchè, come ho spiegato, un Messale non può essere abrogato. Il Motu Proprio del 2007, come atto magisteriale, basta e avanza per dare a chi lo desidera la possibilità di celebrare con il Messale del 1962.
 
© O.G. (@DimorareinDio)
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